VikeVike, dal cuore della Barbagia i vini sardi di Simone Sedilesu da Cannonau e Granatza
Il cuore della Barbagia in provincia di Nuoro è la roccaforte culturale e demoetnoantropologica dell’interno della Sardegna montuosa centrale, presidio dell’identità atavica di quest’isola di inarrivabile nobiltà di lignaggio mondiale, il cui epicentro urbanistico è quella Mamoiada nota in tutto il mondo per il mistero carnascialesco dei Mamuthones, entità mascherate che da secoli affascinano e interrogano le recondite viscere esistenziali di ciascuno di noi: in un simile contesto il vino è un altro pilastro civile, quindi chi lo fa deve tendere necessariamente all’eccellenza assoluta, come nel caso del giovane ma ben strutturato Simone Sedilesu che sul granito di cui sono intrise le sue terre sta scolpendo la sua storia di imprenditore agricolo illuminato con la traduzione dei propri rigorosi studi sulla vitivinicoltura in un’attività produttiva già oggetto di culto.
In un territorio notoriamente “di natura incontaminata e altamente vocato alla viticoltura” si trovano le vigne della cantina “tra i 500 e i 900 metri s.l.m., dove le forti escursioni termiche tra giorno e notte, insieme ai terreni granitici e leggermente acidi, contribuiscono a creare vini unici”.
Nei 300 ettari di vigne presenti a Mamoiada “il vitigno più coltivato è il Cannonau, ma si sta valorizzando anche la Granatza, un vitigno autoctono a bacca bianca”.
Qui infatti “ogni vigna è lavorata a mano e porta con sé una storia e una personalità uniche: la produzione si concentra principalmente sul Cannonau, caratterizzata con la vinificazione di ogni vigna singolarmente per preservare le peculiarità di ogni vigneto; oltre al Cannonau, viene prodotta anche una piccola percentuale di Granatza, un vitigno presente in Barbagia che negli ultimi anni Mamoiada sta valorizzando”.
La passione di Simone non è stata una fiammata improvvisa, bensì un fuoco coltivato da sempre, il quale arde da tempo nelle sue radici familiari contrassegnate da generazioni di produttori di vino, tanto da essere realmente cresciuto tra le viti, dove “ha appreso l’arte della vinificazione da suo padre e dal nonno, un’arte che è diventata una passione e infine una professione: dopo aver conseguito la laurea in enologia e maturato esperienze all’estero, Simone nel 2015 ha deciso di avviare la propria cantina, creando la VikeVike” che nel dialetto locale significa guarda guarda, espressione di sorpresa e meraviglia “ed è proprio questo il sentimento che vogliamo suscitare in chi visita la nostra cantina e assaggia i nostri vini”.
Vini prodotti nella misura di circa 25.000 bottiglie l’anno seguendo una filosofia incentrata sul “produrre vini che parlino di territorio: l’obbiettivo di ogni annata è portare in cantina uve perfette, come mi è stato tramandato da generazioni, il vino si fa in vigna e in cantina bisogna solo guidarlo ma non manipolarlo”.
Infatti la visione dell’agricoltura di Simone “è biologica, sostenibile e rispettosa del territorio: tutte le vigne che coltivo non sono di mia proprietà ma sono in affitto, questo significa che le etichette dei miei vini possono variare da un anno all’altro, ma è un elemento che apprezzo per l’opportunità che mi offre di esplorare differenti espressioni di ghiradas”.
Passando agli assaggi, è da sottolineare la premessa di Simone secondo la quale “il Cannonau di VikeVike differisce dal cannonau tradizionale di Mamoiada: l’obiettivo è un vino dalla beva più agile e con un’acidità marcata, ottenuta anticipando leggermente la vendemmia”.
Il Cannonau di Sardegna Ghirada Fittiloghe fin dal naso testimonia il dominio dei frutti rossi che al palato si precisa in ciliegia, lampone, melagrana, amarena e fragola, sentori impreziositi da un’intrigante vena minerale.
Il Cannonau di Sardegna Ghirada Gurguruò pur mantenendo il corredo sensoriale del precedente, si distingue per un sottobosco più fibrillante all’olfatto e l’inserimento in bocca di irresistibili echi di fragolina di bosco, prugna e cioccolato bianco.
Un vero privilegio poi potere assaggiare il Barbagia Bianco con l’espressione in purezza della Granatza, incantevole fin dal bouquet di zagara e pesca, per approdare al gusto tra note di cedro, susina gialla, melone e nettarina.
Di rara originalità l’osmosi che avviene a ogni sorso dell’impronta zuccherina con quella amaricante, legata da un’intensa acidità e proposta in un sorso denso e setoso.
Per completare il quadro descrittivo della cantina, indispensabili le parole in prima persona di Simone Sedilesu, nel video sottostante.
Info: https://www.cantinavikevike.com/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/vikevike/