Villa Carlotta, giardino botanico e museo d’arte sul Lago di Como
E’ una visita necessaria quella a Villa Carlotta a Tremezzina in provincia di Como, utile per comprendere in quale direzione va la sempre maggiore contaminazione tra le tipologie museali e come si stiano caricando di complessità gli allestimenti e le esposizioni, visto che qui si celebrano “oltre trecento anni di grandi collezioni” alla base della storia di un luogo “dove l’arte cammina fianco a fianco con la natura in uno scenario paesaggistico mozzafiato”.
Affacciata sulle rive del Lago di Como “la villa fu costruita alla fine del XVII secolo dal Marchese Giorgio Clerici di Milano”, per poi passare nel 1801 a “Giovanni Battista Sommariva, all’epoca presidente del Comitato Direttivo della Repubblica Cisalpina (1797–1802) istituito da Napoleone Bonaparte nel nord Italia”, la cui ricchezza gli ha permesso “di coltivare la sua immensa passione per l’arte, in particolare la scultura che ha portato al suo acquisto di opere di Antonio Canova e Berthel Thorvaldsen”.
Le successive vicende vedono passaggi di proprietà e illustri interventi, come quello del grande artista e scenografo Lodovico Pogliaghi, fino a quando la villa fu confiscata dallo stato italiano durante la prima guerra mondiale, con successivo affidamento all’Ente Villa Carlotta, con la missione dei fondatori di fare assumere alla struttura “un ruolo fondamentale nella vita culturale ed economica del distretto”, sempre “senza speculazioni o obiettivi di profitto, ma solo per il bene della conservazione e della promozione della proprietà”, utilizzando strumenti come “mostre, concerti, balletti, pubblicazioni”.
La fruizione del luogo parte dalle attrazioni botaniche, tra microcosmi acquatici che ti accolgono…
… esplosioni di alberi monumentali che svettano sull’azzurro del cielo…
… rarità succulente abbarbicate su composizioni rocciose di gradevole armonia…
… e intelligenti concentrazioni di varietà, come quella del bambù…
… oltre a una sorprendente enclave mediterranea quale la limonaia ricca di agrumi…
… panorami da togliere il fiato, soprattutto quando lo sguardo plana sulle acque chete del lago adiacente…
… in cui si ammira anche la cura del dettaglio per favorire la lieta fruizione della natura da parte del visitatore, dal farlo camminare in sicurezza per i viottoli…
… all’offrirgli aree di sosta attrezzate per il riposo e il ristoro…
… fino alla cortesia di indicare differenti percorsi, distinguendo i tragitti di della visita breve da quelli di una permanenza più lunga e approfondita…
… mentre la creatività affiora già sui prati in guisa di land art perfettamente fusa con il contesto bucolico.
La parte museale non è da meno, visto che Giovanni Battista Sommariva “nei primi anni dell’800 acquistò una serie di capolavori dei maggiori artisti della sua epoca, tra i quali Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen”, in parte ancora presenti nella villa di Tremezzo, tra cui spicca la replica ottocentesca di Adamo Tadolini della statua di Amore e Psiche il cui originale di Antonio Canova è del 1796…
… insieme alla Sala di Hayez che “raccoglie alcuni dei capolavori di pittura appartenuti alla collezione Sommariva”, tra cui il notevole Ultimo bacio di Romeo e Giulietta “dipinto da Francesco Hayez nel 1823 ispirandosi alla tragedia di Shakespeare”…
… ma non è meno emozionante la Sala delle vedute affidata intorno al 1910 al citato Ludovico Pogliaghi, il quale nel rinnovare le decorazioni si è ispirato anche ai suoi amatissimi riferimenti classici, come la pittura pompeiana.
La visita ha la capacità di trasmettere serenità e buon umore, in questo suo fondere la bellezza della natura con quella dell’arte, un’osmosi che avviene al cospetto di un tratto lacustre tra i più iconici che possano esistere.
Una visita che stimola una visione panica e ricca di sfumature del concetto di bene culturale e insieme ambientale, simbolo di modernità e di apertura mentale.
Info: https://www.villacarlotta.it/