I vini dei Fratelli Brugnera Muraro, bianchi da uve di terra bellunese
Un progetto dichiarato di mettere insieme valori familiari, agricoli, enologici, culturali, naturali e organolettici che portano a realizzare vini con uve provenienti soltanto da terra bellunese e rigorosamente lontani da colture intensive: nasce con le idee molto chiare il marchio vitivinicolo Muraro sotto il quale propone le sue per adesso due referenze la famiglia dei fratelli Brugnera Muraro composta da Elena, Laura, Alberto e Maria, la cui giovanissima cantina ha sede in Santa Giustina, ovviamente in provincia di Belluno.
I produttori invocano a sostegno proprio il territorio in cui vivono e producono, in cui godono dell’aiuto di “un terreno pedemontano ricco di minerali e un microclima unico”, premesse per dare vita a vini “sapidi, profumati, freschi”.
Una nuova avventura nata dai “ricordi della nostra infanzia e dal desiderio di coltivare i terreni di famiglia per farli rivivere come vigneti”, scegliendo come area per piantare le viti quella che incrocia “il fiume Piave e il Monte Pizzocco”, al fine di ottenere la benevola influenza “di terreni minerali vicini alle Dolomiti, dove il clima è sempre più ospitale alla vite”.
C’è anche il contributo stimolante della nostalgia, condensata in un’immagine “romantica” che accompagna fin da bambini i quattro fratelli produttori, quella del loro nonno che “gestiva la cantina e l’Albergo Muraro a Santa Giustina e distribuiva vino in tutte le zone del bellunese”, un piccolo mondo antico che ha contribuito alla storia del posto.
Aggiungendo ricordi di un’infanzia felice in atmosfere bucoliche, si sostanzia la decisione di ripartire proprio dai terreni di famiglia, individuando nel fiume Piave “l’elemento naturale che lega la nostra famiglia al territorio”, attribuendo alla sua acqua “che scorre e trasforma il proprio alveo” la metafora “di cambiamento e capacità di rinnovarsi”.
Per questo è sempre il Piave a diventare simbolo della cantina, tradotto in immagine sulle etichette dei vini, in cui la stilizzata “acqua lucente fluisce senza mai fermarsi, modella il territorio e lo arricchisce”.
Il logo invece “è legato alla nostra storia personale: è la rivisitazione di un antico ferro battuto esposto fuori dall’Albergo Muraro, una vecchia insegna che ci ricorda il nonno Bepi e alcuni episodi avvenuti durante la Seconda guerra mondiale, un simbolo di forza e di volontà”.
Come detto, due sono le referenze dell’azienda.
Il Pinot Grigio delle Venezie in purezza si presenta con un intenso bouquet fruttato e fresco, proponendo in bocca pera, avocado e pompelmo. Verificata la sapidità promessa dalla natura del terreno, ci si adagia su un sorso affascinante e di estrema pulizia, associato a un intrigante retrogusto agrumato.
Il Bianco delle Venezie è un Pinot Bianco anch’esso in purezza che profuma di fiori e di iodio, mentre il palato ravvisa pera Williams, albicocca e mandarino verde.
Il sorso è elegante e carezzevole, mentre la sapidità si avverte in maniera ancora più intensa, alimentando la piacevolezza della beva.
Abbiamo chiesto a un’esponente del gruppo di fratelli e sorelle che ha dato vita al progetto, Elena Brugnera Muraro, di fornirci più dettagli di un’attività nata sotto i migliori auspici.
Info: https://www.fratellimuraro.it/
Distribuzione: http://www.propostavini.com/info-per-ordini