I vini dell’agriturismo L’Azdora di Ravenna, nettari di famiglia
La dimensione familiare è quella alla quale dovrebbero attenersi tutte le produzioni di vino in Italia, perché quella è l’origine di una delle nostre risorse più identitarie e soltanto in questo ambito si può essere certi di trovare nel bicchiere non soltanto nettari autentici ma anche immensa umanità ed elevatissimo senso etico, come accade con l’esemplare cantina dell’agriturismo L’Azdora di Ravenna, di cui in passato vi abbiamo narrato la straordinaria storia dell’Uva del Tundè creata dal capostipite Primo Tondini (http://www.storienogastronomiche.it/uva-del-tunde-lautoctono-creato-primo-tondini-vino-ravenna/).
Torniamo a occuparcene per parlare delle altre interessantissime produzioni della struttura che vede ancora in prima linea Ines Tondini, la figlia di Primo che ha preso come una missione proseguire l’attività del padre, scomparso tragicamente insieme alla moglie quando lei aveva poco più di trent’anni.
Una coltivazione della memoria che però non ha significato un appiattimento nel ricordo, poiché la cantina vive pure delle intelligenti innovazioni apportate dal figlio di Ines, Davide Pirone, oltre che del contributo di tutti gli altri familiari nel gestire l’agriturismo omonimo che si è associato all’attività vitivinicola già da tempo.
Siamo in via Vangaticcio 14, poco fuori città a Ravenna, nella zona chiamata Madonna dell’Albero, dove l’intensa attività agricola non riguarda soltanto l’uva ma anche verdure e ortaggi che vanno a impreziosire la cucina dell’agriturismo.
Nel video sottostante abbiamo documentato la struttura e le coltivazioni.
Qui attente lavorazioni portano alla creazione di vini sinceri come Villaticcio Sangiovese, Uva Dora Amabile, Trebbiano Goccia d’Oro (Raisin d’Or), Trebbiano Goccia d’Oro Amabile fino a un Cabernet che incarna pienamente il vino contadino di un tempo, succoso e irrequieto.
Tra le nostre prove, segnaliamo ancora tre referenze che ci hanno impressionato.
A partire dall’affascinante Uva Dora Graspo Rosso, un Grasparossa modificato sempre da Primo Tondini, mago degli incroci, al punto da poterlo ritenere un autoctono unico ed esclusivo della famiglia, la quale ha battezzato il vino con il nome di Giselda.
Al naso si presenta con fogliame e idrocarburi, mentre in bocca sviluppa una buona acidità e un tocco abboccato che veicolano melagrana e mirtillo, nonché un tocco agrumato. Corpo esile, beva scorrevole, indimenticabile.
L’Uva Dora con il contributo delle bollicine dà vita a un rosso frizzante di rara personalità, il cui bouquet già sorprende accostando le rose a sensazioni ipogee, mentre l’approccio al palato stupisce con un deciso impatto amaricante quasi balsamico di erbe officinali, intriso di amarena selvatica e corbezzolo, con un’evidente impronta tannica.
Bollicine bianche invece per La Colonna, dal profumo floreale che annuncia un sorso denso e cremoso dall’acidità bilanciata dagli zuccheri in cui si mettono rilievo vaniglia, mango e yuzu. Beva gradevolissima e scorrevole ma pur sempre complessa e avvincente.
A questo punto abbiamo chiesto alla titolare Ines Tondini di raccontarci i vini dell’Azdora di Ravenna: lo ha fatto nel video qui sotto.
Info:
mail: info@agriturismoazdora.
Tel./Fax: 0544 497669 ; Cell.: 335 6683087