Per i vini di Quaquarini, sempre più convincente la via del biologico
La scritta “organic winery” che campeggia subito sotto il marchio evidenza subito la centralità della missione biologica nella filosofia dell’Azienda Agricola Quaquarini Francesco di Canneto Pavese in provincia di Pavia, sancita anche da apposita certificazione del BIOS, Organismo di Controllo e Certificazione del metodo di produzione biologico autorizzato dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali.
“Una scelta etica e attenta all’ambiente” la definisce la cantina sul proprio sito, dove spiega che “scegliere l’agricoltura biologica significa abbracciare uno stile di vita sostenibile, nella prospettiva di un futuro migliore per tutti”, in cui si usano “fertilizzanti organici di origine animale e/o vegetale” e si sostiene la biodiversità evitando le tecniche di sintesi chimica, rifiutando gli Ogm e sostenendo la ricerca scientifica.
Merito della lungimiranza e del sincero spirito etico di Umberto Quaquarini che sta conducendo l’azienda verso un futuro illuminato di qualità organolettica associata alla più pura responsabilità sociale d’impresa, in maniera di garantire elevati standard di qualità per i suoi vini mettendo sullo stesso piano anche la tutela e il rispetto del paesaggio rurale e assicurando al cliente “una gamma di vini eccellenti di alta qualità, privi di residui chimici, sostenibili e buoni anche per la nostra salute”.
Ripetendo a distanza di tempo la degustazione dei prodotti più rappresentativi della cantina, si conferma che Quaquarini fuga ogni perplessità che aleggia sul biologico e le produzioni più aderenti al rispetto della natura, manifestando una notevole stabilità sensoriale dei suoi vini, i cui sentori si mantengono coerenti con il susseguirsi delle vendemmie, senza tuttavia mancare di riflettere le condizioni climatiche di ogni singola annata.
E’ così che il Buttafuoco Storico Vigna Pregana conferma le note boschive della sua densità olfattiva, vedendo ampliarsi l’esuberanza dei frutti rossi e del cioccolato innestati sui suoi classici sentori di erbe e di radici di liquirizia.
La Riva di Sass a sua volta sviluppa un bouquet intensamente fiorito come segno distintivo, mentre al palato la frutta va precisandosi sempre più nella fragola e la nota erbacea amaricante in un chiaro rimando all’asperula.
Salda anche l’evoluzione delle bollicine, come il Classese, un sontuoso Pinot Nero Spumante Metodo Classico DOCG che al profumo di pesca nettarina ha aggiunto la sensazione della canditura, mentre in bocca il mandarino tardivo si sta spostando leggermente su stimoli agrumati più acidi maggiormente riconducibili adesso al limone.
Un caso a parte lo strepitoso Selezione Unica, assemblaggio di 60% Croatina, 25% Barbera e 15% Ughetta di Canneto che al naso propone atmosfere di sottobosco, mentre al palato dispiega un velluto sensoriale sul quale esplodono zuccheri zampillanti ricchi di frutti rossi e cioccolato bianco, con un pizzico di amarena.
Il sorso è morbido e avvincente, la beva strepitosamente seducente.
Un vino clamoroso.
Senza dimenticare la monumentale semplicità identitaria dell’autoctona Ughetta di Canneto vinificata in purezza, di cui abbiamo parlato da poco (http://www.storienogastronomiche.it/ughetta-canneto-vino-autoctono-delloltrepo-pavese-quaquarini/).
Poche cantine hanno un percorso produttivo avvincente come Quaquarini, dove ogni passo in avanti segna un passaggio culturale, una crescita di consapevolezza, un affinamento di sensibilità.
Tutti pregi che ribadiscono il valore culturale che si condensa in una bottiglia di vino.
Info: https://quaquarinifrancesco.com/?lang=en