I vini salentini di Petrelli che nascono tra mar Ionio e Adriatico
Essere collocati nel cuore del Salento, trovarsi esattamente tra le sponde di due mari, adottare la rigorosa conduzione familiare, lavorare in una sede di prestigio storico: sono tante le parole chiave per descrivere la passione che alberga nella Cantina Petrelli, a pochi passi da Carmiano, in provincia di Lecce.
Un’esperienza di vita che concentra una profonda umanità sincera e pulita ben radicata in “una terra generosa e ricca” particolarmente vocata alla viticoltura d’eccellenza che si trova esattamente in mezzo tra Ionio e Adriatico.
Vita che scorre sì nella fatica del lavoro agricolo ma in un contesto di elevato pregio storico ed estetico, poiché la sede della cantina ha “origini antiche e nobilissime”, essendo ospitata in una “casa di campagna e residenza estiva, la Tenuta Fondo della Chiusa, costruita nel 1850 e poi acquistata nel 1920 dalla famiglia Petrelli”. L’architettura dell’edificio ha quella grazia composta del buon gusto di un tempo, con i suoi decori raffinati, misurati ma in grado di evocare la placidità bucolica che diviene cultura agricola.
Vi trovano posto “una sala degustazione, dove deliziare il palato con le diverse etichette della cantina, allestita in quella che era la stalla dell’antica tenuta e l’enoteca”, entrambe “segno tangibile di tutto il nostro lavoro, della passione viscerale per la propria terra di Giovanni Petrelli e delle attenzioni che doniamo a questa stessa terra”.
Il riferimento principe è comunque “la passione per il proprio territorio e per il buon vino di Paolo Petrelli, vignaiolo e vinificatore”, cui si deve “la nascita nel 1984 della cantina che, dopo le prime attenzioni dedicate alla terra e ai vigneti, è diventata il luogo simbolo di un’attività commerciale oggi portata avanti magistralmente dal figlio Giovanni che dal 2000 ha preso le redini dell’intera azienda”.
L’Azienda Vitivinicola Petrelli è una tenuta agricola che adesso si dedica esclusivamente alla produzione di uva da vino, ma che verso la metà degli anni ’70 era dedita alla coltivazione del tabacco.
Una storia “di passione, dedizione, lavoro nei campi, studio e aggiornamento continuo, di amore incondizionato per i propri vitigni accuditi e curati come figli, capaci di offrire solo il meglio che terra e mani sapienti sono in grado di trasformare in vini d’eccellenza, capaci di soddisfare i gusti di clienti sempre più esigenti”.
Per Petrelli “produrre vini tipici e rappresentativi di questa terra come il Negroamaro e il Primitivo, vitigni autoctoni ottenuti dalla lavorazione di uve interamente prodotte nei vigneti dell’azienda, significa dare il massimo per produrre e offrire ai nostri clienti, agli amanti del buon vino e agli appassionati, vini che siano profondamente legati alla loro terra d’origine”.
D’obbligo partire con il monumentale Tre Archi, Negroamaro in purezza dall’intenso bouquet di frutta a polpa rossa matura che in bocca evoca lampone, pepe bianco, cioccolato al latte e una suggestione di asperula.
Corpo denso, sorso materico, dotato di buona acidità e delicato carattere zuccherino, esprime una beva coinvolgente.
Di grande fascino il Primitivo che seduce olfattivamente con amarena sotto spirito e sentori silvestri di pino, mentre l’approccio amabile, corposo e cremoso si traduce in cioccolato bianco, visciola e frutta esotica candita.
Imponente ma senza rinunciare a una certa freschezza, ha un finale leggermente abboccato con magnifici toni di liquirizia e carruba, insieme a venature caramellate.
Cavarletta è il rosato della cantina, da uve Negroamaro, il cui bouquet esuberante accosta fiori di campo e composta di mele, mente le papille gustative avvertono renetta, pera Williams, fragolina di bosco e mango candito.
Pulito, elegantissimo con il suo colore rosa antico, con un ricordo tannico mutato in eco zuccherino che avviluppa la lingua.
Tra i migliori rosati d’Italia.
Dichiarando il nostro debole per questo vitigno aromatico che non ha ancora raggiunto la fama che merita, abbiamo perso la testa per la Verdeca, con i suoi stuzzicanti profumi di mela verde che ben dispongono prima di avvertire sapori di pera coscia, mela annurca, mandarino, cedro, litchi e una nota amaricante di genziana che va a dare equilibrio al piglio zuccherino e all’esuberante acidità, fino al pizzico di sapidità nel finale.
Un capolavoro di originalità.
Il Luna Saracena è un Fiano salentino in purezza dai profumi floreali, con in dote un forte carattere agrumato che mette in evidenza limone primo fiore, ananas e albicocca.
Spiccano per intensità tanto la dolcezza quanto la sapidità, mentre la beva è ingolosita dall’acidità.
Un mondo di pura golosità per il moscato da vendemmia tardiva Leucos che inebria con volatilità speziata, annunciando una trionfale complessità al palato in cui subentra il mondo della pasticceria, tra frutta secca, miele e crema bianca, con retrogusti di agrumi orientali come lo yuzu.
Un universo ammaliante come la terra in cui nasce: ne abbiamo voluto sapere di più da Chiara Petrelli che ce ne ha parlato con competenza nel video successivo.
Info: http://www.cantinapetrelli.com/