I vini sinfonici di Mas dei Chini, un Inkino al territorio Trentino
Se si possiede la raffinatezza intellettuale di definire i propri vini come “sinfonie figlie delle nostre uve”, si può immaginare quanta sensibilità non soltanto musicale possa esserci dietro una realtà come Mas dei Chini che mette le proprie “emozioni in bottiglia” nel verde che circonda il capoluogo trentino, omaggiandolo con delizie vitivinicole fortemente legate al genius loci in tutta la sua essenza agricola.
Mas dei Chini si descrive come una “piccola realtà situata sulle colline che a est sovrastano la città di Trento”…
… dove si trova uno “storico Maso di fine ’800 ora adibito a cantina, agriturismo e ristorante”…
… “presso i cui vigneti vengono prodotte uve di alta qualità”…
… “dalle quali provengono le circa 70.000 bottiglie prodotte, divise fra Spumanti Trento Doc (45.000 bottiglie) e vini fermi (25.000)”.
I vigneti “che assommano a circa 20 ettari sono tutti di proprietà e sono situati a quote che variano dai 300 ai 650 m.s.l.m.”.
I suoli “sono molto ricchi di elementi calcarei nodulari, trattasi infatti di vecchie cave di marmo Rosso Trento”…
… “l’altra componente geologica predominante nei vigneti dell’azienda è il calcare dolomitico”…
… “ecco quindi che esposizione ottimale al sole, importante terroir geologico e marcata escursione termica nei periodi pre-vendemmiali, uniti ad una artigianale e appassionata lavorazione dei vini, costituiscono gli ingredienti fondamentali per fare vini di grande qualità”.
Il distributore Proposta Vini aggiunge che “il progetto Mas dei Chini nasce dalla volontà del fondatore Graziano di produrre vini fortemente contestualizzati con il territorio”…
… ricordando che “il nome riporta a Padre Kino (lo scopritore della California) di Segno, paese in Val di Non dalla quale proviene la famiglia di Graziano che ricorda con orgoglio che il primo trattore a solcare il terreno in valle è stato quello del nonno Gloriano”.
Per gli spumanti “il processo di lavorazione inizia con la raccolta manuale delle uve (Chardonnay e Pinot Nero) nei vigneti dell’azienda: in cantina i grappoli vengono pressati in modo soffice, alla capacità di 0,8 atmosfere, per evitare che le bucce dell’acino e i vinaccioli rilascino sostanze che andrebbero a interferire con i delicati profumi del mosto fiore”.
Il succo delle uve “viene lasciato fermentare per la prima volta, trasformando il mosto fiore” in vari vini base che verranno poi “miscelati nella delicata fase di assemblaggio delle cuvée e una parte di questi riposerà in botti di legno per esaltarne ulteriormente i profumi: non utilizzando uve di annate diverse, gli spumanti Mas dei Chini hanno la denominazione di Millesimati”.
Dopo la prima fermentazione “alla cuvée viene aggiunto il liqueur de tirage, una miscela di zucchero e lieviti selezionati che alimenterà la seconda fermentazione”, per procedere quindi all’imbottigliamento provvisorio, alla presa di spuma con relativo affinamento, fino a sboccatura e dosaggio.
Dei quattro Trentodoc della cantina, due sono dosati e due invece sono Nature (non dosati), sempre lavorati con metodo classico.
Trentodoc Brut Inkino da Chardonnay in purezza sorprende l’olfatto con un forte impatto fruttato di nettarina, conquistando il palato con pera Kaiser, yuzu e un retrogusto quasi ammandorlato. Grande bevibilità, pari all’eleganza.
Nel Trentodoc Brut Riserva Inkino Carlo V ottenuto da uve Chardonnay (60%) e Pinot Nero (40%) la complessità prende il sopravvento, portando al naso uno spettro sensoriale che varia dal prodotto da forno alla frutta secca, suggerendo al gusto invece mela Annurca, cedro candito e coriandolo. Avvolge con la sua sapidità stimolante, regalando una beva entusiasmante.
Il Trentodoc Brut Nature Inkino è un Blanc de Blancs Millesimato 2011 ottenuto da uve Chardonnay in purezza che ha un ampio bouquet di fiori primaverili su cui si innestano note di miele, mentre il palato riconosce avocado, pesca, limone, ananas e un tono amaricante di cirmolo.
Affascinante il perlage finissimo ma perentorio.
Il Trentodoc Rosé Nature Inkino M.C. è ottenuto “dalla selezione delle migliori uve di Pinot Nero (100%)” che produce un suggestivo colore ramato, con il naso sfiorato da rosa canina e la bocca che avverte crosta di pane, cedro, fragolina di bosco e mela cotogna.
Delicato, elegante, intrigante.
Tra i vini fermi, si segnalano i bianchi, a partire dal Gewürztraminer che sfodera fantastici profumi di pera e zagara, proponendo al gusto alchechengi, pasticceria fresca, papaya e mandarino tardivo. Ha un bel piglio zuccherino e intensa sapidità che inducono a una golosità esplosiva, facendone un vino irresistibile.
Il Manzoni Bianco Theodor ha freschezza zampillante che porta in dote profumi di frutta estiva, precisati al gusto in nespola, kumquat (mandarino cinese) e papaya. Beva scorrevolissima, per un vino che diverte negli abbinamenti gastronomici.
Il Caldaro Rosa del Maso è tratto da uve di Schiava gentile in purezza coltivata a Nassi di Cadino, una “zona storicamente vocata alla produzione di questa varietà, abbandonata con il tempo: la voglia di riqualificare questa varietà di grande interesse storico è ciò che ha portato alla nascita di questo vino d’eccellenza”.
Ha un seducente bouquet di fragola che in bocca si traduce in marasca, olivello spinoso, mora, fino a fervori selvatici di soursop.
Lieve e gentile nel carattere, è di acidità carezzevole e incanta con quel suo finale delicatamente abboccato.
Per i rossi, il Lagrein è interpretato nella versione giovane che trasporta immediatamente in un ricco sottobosco tanto al naso quanto in bocca, dove emergono ribes rosso, mirtillo, gelso nero, ma anche visciola e corbezzolo. Godibilissimo, di grande empatia con i cibi, da colpo di fulmine.
Maggiori dettagli su Mas dei Chini ce li offre Alfio Garzetti nel video che trovate qui di seguito.
Info: https://masdeichini.it/cantina-trentodoc/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/mas-dei-chini