I vini territoriali del Roero dell’azienda familiare di Fabrizio Pinsoglio
Se metti il concetto di famiglia davanti a ogni altra cosa e poi sottolinei il territorio come valore vitale, hai già fatto capire chiaramente chi sei e quindi che vino fai: con il piemontese Fabrizio Pinsoglio accade esattamente questo e percepisci immediatamente che nel bicchiere, insieme a grandi nettari, ti verserà anche appassionata sincerità e supremo senso di appartenenza e quindi di dignità.
Basta cercarlo on line per imbatterti subito nel concetto di “azienda a conduzione familiare” che precede perfino il suo nome, facendo intendere di sentirsi come il prosecutore di una nobile tradizione.
Immediatamente dopo arriva la collocazione fisica che è molto di più di una indicazione geografica, facendosi invece fiera dichiarazione identitaria.
L’azienda dei Pinsoglio affonda le sue radici nella zona di Canale, “centro focale del Roero”, nella Frazione Madonna dei Cavalli: “è nata con il padre Oreste negli anni sessanta e come tante aziende tipiche roerine gestiva più produzioni”, ma “la svolta decisiva è avvenuta nel 1997 quando con il figlio Fabrizio si modificò l’impronta aziendale, il tipo di lavorazione in vigna e l’organizzazione della cantina”, partendo dal “diradamento dei grappoli effettuato nei mesi estivi” per ottenere un prodotto migliore e passando per l’accurata scelta dei terreni in diverse posizioni tra i comuni di Canale, Castellinaldo e Castagnito.
Terreni che Pinsoglio ha studiato in profondità, appurando che “derivano da sedimentazione di detriti marini di diversa natura”, poiché “il territorio del Roero risale al periodo pliocenico ed è formato in prevalenza da sabbie di origine marina e da argille grigio-azzurre”.
Pinsoglio spiega che “la parola Roero (in piemontese Roé) identifica questa regione geografica situata alla sinistra orografica del fiume Tanaro composta da 24 comuni”, sottolineando con comprensibile orgoglio che “insieme a Langhe e Monferrato è entrato a far parte del Patrimonio dell’Unesco”.
I vini che portano anche nel nome il senso di appartenenza al territorio sono il rosso Roero Riserva e il bianco Roero Arneis Docg Malinat.
Il Roero Riserva deriva da uve Nebbiolo in purezza e si presenta con profumi di spezie e di tabacco dolce dominicano, insieme a note ipogee.
Al palato il tannino fa subito avvertire la sua importanza con una lieve azione astringente, preparando la veicolazione di uno spigliato carattere zuccherino.
Di buona acidità, ha sentori che parlano di fragoline di bosco e corbezzoli, con un accenno di pepe bianco.
Il risultato è un vino di elegante imponenza che mantiene la beva avvincente.
Il Malinat utilizza per il 100% le magnifiche uve di Arneis, coccolate con una pigiatura soffice, per vivere poi tutte le fasi della vinificazione sempre in acciaio.
Il bouquet è fresco, floreale, con un’evocazione salmastra.
In bocca l’approccio è salino, intriso di avvolgente ananas e di bergamotto, un missaggio aromatico che rende avvincente la beva, grazie anche a originali screziature amaricanti e sprazzi di stuzzicante aspro.
Nel retrogusto intanto si annidano erbe aromatiche, con l’alloro in evidenza.
Vino niente affatto ruffiano che pretende (e ottiene) attenzione e rispetto.
A parlarci di questi vini territoriali del Roero davanti alla nostra telecamera è Andreina Tarasco, moglie di Fabrizio Pinsoglio, la cui competenza tecnica è talmente estesa e importante da rendere estremamente interessante il video che segue.
Info: http://www.fabriziopinsoglio.com/it/
Distribuzione: http://www.propostavini.com/ricerca-prodotti/?q=Fabrizio+Pinsoglio