Da Virgilio Vignato, vini da uva Garganega vulcanica di Gambellara (VI)
Poche uve si esaltano sui terreni vulcanici come fa la Garganega nel suo territorio di elezione di Gambellara, “un paese che si trova al centro di un anfiteatro naturale nella provincia di Vicenza e all’inizio della provincia di Verona”, testimonianza di ciò che rimane “del cono di un vulcano spentosi milioni di anni fa”. Ma se queste uve, esaltandosi, si traducono in grandi vini, è merito di chi ci crede da sempre tanto da avere posto la propria vita in simbiosi con un vitigno, come hanno fatto storicamente i Vignato con la Garganega.
La famiglia Vignato attinge alla locuzione latina nomen omen per aggiungere una radice semantica alle radici vitivinicole che ne hanno segnato il felice destino ruotato intorno a un antico podere trasmesso di generazione in generazione dai genitori ai figli, dove la bisnonna Giovanna durante gli anni della Seconda guerra mondiale ebbe l’intuizione “di produrre vino per venderlo e non solo per il tradizionale consumo familiare”, proponendolo “prima alle famiglie del borgo di Gambellara e poi a quelle dei paesi vicini”.
Inizia così un percorso di crescita che vede “il passaggio dal vino sfuso alla bottiglia all’inizio degli anni Duemila, la sperimentazione del primo Metodo classico brut a base Garganega e quella del Vin Santo”, fino a quando nel 2017 a prendere le redini dell’azienda agricola è Ilario Vignato, per proseguire “una storia lunga un secolo, una passione di famiglia e il desiderio di racchiudere in bottiglia l’anima più vera di un territorio enologico piccolo nelle dimensioni ma sconfinato nelle potenzialità”.
Il presente è fatto di “interventi ridotti al minimo in vigna e in cantina, sperimentazioni continue alla ricerca della massima qualità e valorizzazione della Garganega e della sua innata mineralità legata al terreno vulcanico”.
L’azienda è composta da “venticinque piccoli appezzamenti caratterizzati da microclimi diversificati: piccoli tasselli unici di un equilibrato mosaico naturale” con “piccole sfumature di clima e altitudine”, in cui l’uva Garganega è coltivata su “suoli ricchi di basalti neri di origine vulcanica”, le cui “molteplici altitudini e differenti esposizioni consentono di poter raccogliere uve dalle sfumature diverse ma legate da una forte e comune identità minerale”.
La cantina, condivisibilmente, ha eletto a proprio vino simbolo il Gambellara Classico Capitel Vicenzi, Garganega in purezza ricavato da una vigna allevata con la classica pergoletta vicentina. Il nome viene da Contrà Vicenzi, “antico nome del luogo in cui sorge la nostra azienda e dove un capitello dedicato a Sant’Antonio ricorda le bombe che nel 1944 distrussero la casa, ma risparmiarono le persone”. La denominazione Vicenzi diventò il soprannome di nonno Virgilio Vignato, necessario elemento di distinzione in una contrada in cui in diversi portavano lo stesso cognome pur senza essere parenti.
Il vino si presenta con un bouquet fresco e stimolante, dalle sensazioni floreali e marine. In bocca è spesso e materico, spiccando per sapidità e trasmettendo al contempo sentori di composta di mele, bergamotto, alchechengi, mentre nel finale chiude con una nota erbacea di asperula e un sospiro balsamico. Vino di personalità intensa come la sua complessità: una particolarità imperdibile.
Non meno intenso e di forte personalità è il Caliverna, frutto di una vendemmia tardiva di uva Garganega effettuata la seconda metà di novembre, il cui nome indica la “prima brina che bagna i grappoli nei giorni precedenti la raccolta”, il quale sarebbe “nato per caso da una vigna dimenticata durante un autunno di tanti anni fa”. Curioso il suo profumo che mette insieme selva, roccia e vegetazione bagnata, mentre al palato a un tono vegetale si aggiungono spezie, bacche di goji, mandorla acerba, fichi bianchi. Nettare spiazzante e difficile da definire, ma proprio per questo maggiormente affascinante.
Per avere invece una chiara rappresentazione della classicità della Garganega del territorio è perfetto il Monte Comon, “da terreni particolarmente vocati appartenuti in passato alla Chiesa e acquistati con grande sacrificio dalla famiglia Vignato”, in cui sono netti i descrittori tipici del vitigno e se ne esalta la nota minerale, risultando la versione con la beva più immediata.
Si alza l’asticella con un mito enologico, lo Spumante Recioto di Gambellara Dolce Metodo Classico, da uve selezionate oggetto di un breve appassimento: il bouquet ricorda la pesca e il cioccolato bianco, mentre in bocca è magnificante denso e cremoso, veicolando alta pasticceria, litchi, melone, maracujá.
Si avverte il suo nerbo alcolico che contribuisce a rendere intensa e meditativa l’esperienza della degustazione.
A parlarci di questo intenso rapporto tra una famiglia e il suo vitigno territoriale per eccellenza è Ilario Vignato, nel video che segue.
Info: https://www.virgiliovignato.com/
Distribuzione: http://www.propostavini.com/ricerca-prodotti/?q=Vignato