I vitigni ritrovati del Trentino
Il progetto Vini dell’Angelo ha salvato dall’oblio tantissimi antichi vitigni del Trentino. Ne ha recuperato le piante, ha rimesso in coltura i loro frutti, ne ha tratto vini meravigliosi. Un lavoro confluito anche una brochure che sarebbe destinata agli addetti commerciali, ma dovrebbe essere un libro di testo nella facoltà universitarie di materie storiche.
Senza trascurare gli aspetti materiali positivi che questo recupero culturale ha sulla Natura, come evidenzia un luminare del calibro di Attilio Scienza dell’Università degli Studi di Milano: “si evidenzia sempre più una rinnovata presa di coscienza sull’importanza della conservazione della biodiversità e della necessità di contrastare l’erosione genetica in tutti gli organismi viventi naturali e coltivati. La riscoperta dei vitigni storici è la risposta più efficace che alcuni viticoltori trentini danno a questo processo inarrestabile di omologazione”.
Dal punto di vista del gusto, le sorprese sono all’altezza della curiosità che desta il progetto.
La Pavana in versione spumantizzata è esaltante: bollicine di grande classe, struttura estremamente elegante, colpisce per l’originalità al naso e in bocca. E’ proprio vero, ha un gusto tutto suo che non puoi paragonare a null’altro, oltre alla bella particolarità di essere un ottimo non consueto esempio di metodo classico vinificato in rosso.
Particolarità, le bollicine alla Proposta Vini hanno deciso di chiamarle “belle” in ironica contrapposizione al termine “brut”.
Il Trentatré è una killer application del gusto, un’arma enologica infallibile, riunendo un compendio dei più suadenti vitigni a bacca bianca del Trentino, come Moscato Giallo, Nosiola e Lagarino Bianco: impossibile che non piaccia a tutti.
La versione trentina del San Lorenzo, giunto qui dall’Austria nell’Ottocento, è una tempesta di spezie che dopo averti ghermito il naso, passa alla conquista del palato, moderando la vivacità organolettica soltanto neo momento in cui inizia ad armonizzarsi con il cibo ingerito.
La Turca è un miracolo. Dà vita un vino rosso che pur senza esagerare con i gradi alcolici spalanca un mondo di sensazioni aromatiche di una potenza mai vista. Inonda di gusto con personalità prorompente, spargendo note del frutto su ogni singola papilla gustativa. Denso, ricco, sensuale, ti trascina in un universo di sensazioni e non ti molla un istate fino a quando la bottiglia non è terminata. Un vino immenso.
Inutile dire poi che i due vini identitari del territorio più conosciuti oltre i confini trentini, il Teroldego (qui chiamato Teroldico) e la Nosiola, nelle versioni diffuse da Proposta Vini esprimono una sincerità antica che invita a ricollocare in una casella più alta la considerazione che si ha di essi.
Andiamo allora a scoprire tutti questi antichi vini in una ideale cavalcata tra i vigneti trentini al seguito di Gianpaolo Girardi che li cita uno per uno, con fulminee note storiche su ciascuno di essi.
Preparatevi a scoprire vini mai sentiti, tutti da provare.
Info: www.propostavini.com